“Vero, aperto, finto e strano
chiuso, anarchico, verdiano
brutta razza l’emiliano”. (da Emilia, Guccini – Dalla)
“L’Emilia è quel pezzo di terra voluto da Dio per permettere agli uomini di costruire la Ferrari.Gli Emiliani-Romagnoli sono così. Devono fare una macchina? Loro ti fanno una Ferrari,una Maserati e una Lamborghini. Devono fare una moto? Loro costruiscono una Ducati. Devono fare un formaggio? Loro si inventano il Parmigiano Reggiano. Devono fare due spaghetti? Loro mettono in piedi la Barilla. Devono farti un caffè? Loro ti fanno la Saeco. Devono trovare qualcuno che scriva canzonette? Loro ti fanno nascere gente come Dalla, Morandi, Vasco, Ligabue e la Pausini. Devono farti una siringa? loro ti tirano su un’azienda biomedicale. Devono fare 4 piastrelle? Loro se ne escono con delle maioliche. Sono come i giapponesi,non si fermano, non si stancano,e se devono fare una cosa,a loro piace farla bene e bella, ed utile a tutti…Ci saranno pietre da raccogliere dopo un terremoto? Loro alla fine faranno cattedrali.” da “Il resto del carlino“”. segnalazione di anib roma
Il testo della canzone “Emilia” è di Lucio Dalla, la musica di Gianni Morandi
QUI interpretata da Lucio Dalla
Le Alpi, si sa, sono un muro di sasso,
una diga confusa, fanno tabula rasa
per noi che qui sotto, lontano, più in basso, abbiamo la casa,
la casa ed i piedi in questa spianata
di sole che strozza la gola alle rane,
di nebbia compatta, scabrosa, stirata, che sembra di pane,
ed una strada antica come l’uomo
marcata ai bordi dalle chiacchiere di un duomo
e fiumi, falsi avventurieri
che trasformano i padani in marinai non veri.
Emilia sdraiata fra i campi e sui prati,
lagune e piroghe delle terramare,
guerrieri del nord dai capelli gessati
ne hai visti passare
Emilia allungata tra l’olmo e il vigneto
voltata a cercare quel mare mancante
e il monte Appennino raccontando un segreto diventa un gigante
lungo la strada, tra una piazza e un duomo
hai messo al mondo questa specie d’uomo
vero, aperto, finto e strano
chiuso, anarchico, verdiano,
brutta razza l’emiliano
Emilia sognante fra l’oggi e il domani,
di cibo e motori, di lusso e balere
Emilia di facce, di grida, di mani sarà un grande piacere
vedere, in futuro, da un mondo lontano
quaggiù, sulla terra, una macchia di verde,
e sentire il mio cuore che battendo più piano là dentro si perde
ora ti saluto, è quasi sera, si fa tardi,
si va a vivere o a dormire da Las Vegas a Piacenza,
fari per chilometri ti accecano testardi
ma io sento che hai pazienza, devi ancora sopportarci
forza Emilia!!!
quelle che … il tombolo
Non saranno l’Aquila due. E neppure un’Irpinia o un Belice.
L’Emilia si rialzerà presto.
grande, grande gente gli Emiliani e i Romagnoli! Ce la faranno e senza piangersi addosso, rimboccandosi le maniche e dandosi da fare! Grande, grande gente!
Dimenticavo una cosa, non so chi se lo ricorda….. ma i padovani oltre ai vari personaggi di varia provenienza che tutti bene o male devono sopportare hanno ricevuto un pacco regalo di notevole peso che ha scelto di vivere nella nostra fortunata città, mò vi dico chi è rullo di tamburi ……… il figlio di un certo Signor Totò R.Vi assicuro che lo desideravamo con ardore e non vado oltre temo di essere stata troppo esplicita
C.v.d.
Un conto e’ ricordarsela e un conto e’ viverci. La reazione positiva della gente che si vede in tv e’ di gente che nn vive in citta’ e che ha ancora certi valri di rispetto educazione civica e amor proprio che purtroppo nn vedo piu’.
Silvia
Sono molto vicina agli emiliani che stanno vivendo un momento difficile, dentro ad un periodo molto difficile; nessuno promette di ricostruire quartieri entro Natale …. e anche dalle immagini trasmesse dai tg si nota uno stato di semi abbandono nonostante gli aiuti della protezione civile etc. Durante il terremoto dell’Aquila l’impressione era di un fermento diverso, di una compartecipazione vera… o così mi sembra !!! Voglio però spiegare a Silvia che anche in Veneto non si parla solo il dialetto locale, a Padova si passa dal calabrese, all’emiliano (mio genero e la sua famiglia sono di origini emiliane e la loro calata nel parlare è spassosa), al nordafricano, al bangladesh, pazienza…!e anche il nord come il centro paga il prezzo dell’emigrazione e anche piuttosto alto!! Ci sono zone della mia città che sembrano il Bronx e quando vuoi fare un passeggiata e arrivare in centro a piedi perchè non sei poi così lontana, sei costretta a passare in mezzo ad una svariata umanità che ti assicuro Marìca non è molto rassicurante, guai poi se ti azzardi a richiamare all’ordine qualche gruppo di ragazzini che ti intralciano quando sali sul metrobus o sul bus automaticamente sei fregata…..! Ormai tutta l’Italia è nelle stesse condizioni grazie alla “chiamiamola emigrazione” e ogni regione ha il proprio prezzo da pagare
Tutto giusto tutto vero, alle volte è un prezzo un po’ alto, sono stata schiaffeggiata senza motivo mentre camminavo tranquilla sotto un portico della zona “calda” (via Giuseppe Petroni e chi è di Bologna sa di che cosa parlo..) e la persona che era con me mi ha tirato via dicendomi di non reagire..
Anch’io penso che gli emiliani sono un gran popolo aperto alla libertà, al riconoscimento degli altri intesi da alcuni come diversi.Un popolo operoso e creativo che non merita tutto quello che un terremoto comporta, ma la loro forza di volontà e un aiuto che noi tutti italiani dobbiamo loro, risorgeranno dalle macerie.forza, vi siamo vicini!!Maria
Cara Marica come è vero,ma tutto ciò lo si può dire di te ,esempio di emiliana
che da una passione hai fatto un super blog coi fiocchi e il bello è che ,almeno per me è così,noi emiliani lo facciamo prima per noi stessi .
buona giornata
cristina
Niente di più vero!!! Gente lodevole!
Sono Bolognese (con la b maiuscola) forse una delle poche rimaste, ormai sembra una vergogna esserlo perchè “la bolognese” è sempre stata dipinta un po’ così, persona facile, un po’ sciocca, che forse te lo fa credere ma che in effetti non lo è. Noi bolognesi DOC ormai siamo in via di estinzione come i panda, imbastarditi col mondo. In tutta italia si parlano con orgoglio e normalità il dialetto, a bologna no: si passa dal calabrese, al veneto al nordafricano al bangladesh,…..pazienza. Purtroppo insieme all’idioma, si è imbastardito anche il modo di fare, la mentalità che io ho tovato sempre positiva e propositiva, aperta a tutti e che ora purtroppo lo è sempre meno, sempre più diffidente, forse “al passo coi tempi”. Non mi riconosco più in Bologna e nei bolognesi ma in queste belle parole, sì.
Ho vissuto il terremoto “di striscio” ma ho i nervi a fior di pelle e una borsa con il necessario per me, mia figlia e mio marito, di fianco alla porta.
Speriamo che l’Emilia non diventi l’Aquila2. Grazie al giornalista per queste belle e toccanti parole, mi ha veramente emozionato leggere questo articolo perchè in effetti è così..
Per quanto bolognese di nascita ma romana di adozione, non mi riconosco in tutto quello che dici, i bolognesi sono fierissimi della loro bolognesità, che si esprime attraverso la cultura, la cucina, e l’operosità;le città sono bellissime, il senso civico sempre molto alto: certo Bologna ad esempio paga il prezzo dell’emigrazione e una parte del centro è” invasa “, lo so bene, ma credo che nello specifico questo dipenda anche molto da certe scelte politiche che non sono mai cambiate,ma non credo ci sia un solo bolognese che si vergogni della sua cultura, anzi ne vanno fieri come di una bandiera.
grazie per le parole che non avevo avuto occasione di leggere, ma ne avevo proprio bisogno
lorena carpi
Grazie,cara Marìca, per aver postato la segnalazione dell’articolo dal ” Resto del Carlino” . E’ un capolavoro di rispetto ed affetto ( da parte di chi l’ha scritto e da parte di chi ce lo segnala) verso una terra generosa e sanguigna, adesso molto sfortunata, Che strano : mi sembra di parlare anche della Sicilia. Abbracci . liliana
P.S. Potrei sapere chi firma l’articolo?
Al momento non sono riuscita a conoscere il nome del giornalista, approfondirò.