Nella pagina FB del gruppo de “la maglia di marica topdown” una iscritta, Giancarla Coco, ci ha parlato di un libro che sta leggendo”IL CLUB DEI RICORDI PERDUTI” di Ann Hood, e che ha come filo conduttore o spunto, la lana, l’ho comperato e mi sta piacendo molto.
Poi ,sempre una iscritta al gruppo ha ricordato una poesia di Susanna Basso:
Poi,siccome anche la poesia fa bene ..allo spirito eccovi questa chicca:
Mi e’ stato mandata da una lettrice,Nonnalu( che nel tempo è diventata una preziosa amica di questo blog) ed è opera di una traduttrice torinese,Susanna Basso:
“Voglio un filo di lana lungo quanto un romanzo russo e voglio mettermi la sera a lavorare il filo in capitoli e quadratini ragionando sul ricordo dei colori e delle persone e componendo frasi all’uncinetto e dialoghi a maglia alta e inventando losanghe, trecce e ventagli soffici come i primi versi di un amore e strappando il filo prima di intravvedere la fine del gomitolo.
E voglio disfare vecchi maglioni infeltriti e usare il cuore caldo della loro lana buona per fare una coperta nuova che contenga quei maglioni e offra ai loro fili una seconda opportunità. E voglio intrecciare i miei pensieri sfruttando il conforto della geometria e la grazia matematica dei punti da contare per non aumentare il mucchio di avanzi che è rimasto nel cesto della vita, alla rinfusa.
Ah, la coperta, poi, ve la regalo!”
e allora tornata a cercarla ho pensato di riproporvi questo post ,di 3 anni fa:
Domenica mattina, fa anche freddo, che bello..per cui da sotto un bel piumino(quello estivo,va!) non vi propongo i soliti golfini,ma qualche riflessione:faccio una capatina su Facebook e trovo nella pagina della mia amica francese Marie Pierre Bernet,anche lei buona tricoteuse, questo spunto, che mi spinge ad approfondire l’argomento :
“Dei medici che studiavano dal 2005 gli effetti del lavoro a maglia sulla salute hanno fatto una grande scoperta.
Le ricerche dimostrano che lavorare con i ferri o l’uncinetto,ha un numero incalcolabile di effetti positivi sulla salute.In effetti lavorare a maglia abbassa lo stress,rende i dolori cronici più tollerabili e rafforza le difese immunitarie.
Diminuisce infatti il tasso di cortisolo,che è l’ormone dello stress,e stimola la produzione di dopamina e di serotonina,che sono le molecole della benessere.
Inoltre,lavorare a maglia attiva le stesse zone del cervello di quando si pratica lo yoga e la meditazione.Infatti,secondo il dott.Bendon,quando una persona pratica il lavoro a maglia,si mette in modalità “relax”,che ha come effetto di abbassare lo stress e l’ansia”
Adrien Lemay [aujourdhui.com]
Qui il programma di insegnamento del lavoro a maglia nel contesto delle terapie antistress della Università di Harvard:
http://cw.uhs.harvard.edu/programs/special.html
“3919 Knitting Basics
Leon Welch
Tuesdays 5:15pm-6:15pm
Resource Room, 75 Mt. Auburn Street, 2nd Floor, HUHS
October 2 – October 23
Fee: $20 ($10 HUGHP Members)
Join experienced knitter, Leon Welch, and others for instruction, advice and company. Whether you are a life-long knitter or brand new to knitting, Leon will coach you along the way. Join us for this relaxing yet productive session. Bring your own supplies. Space is limited!”
Vi riporto quanto già avevo scritto nel febbraio 2010, quando ho iniziato a scrivere in questo blog( lo trovate nell’articolo “chi sono” in testa alla homa page):
“Vorrei parlare poi della funzione “terapeutica” della maglia, prendendo spunto ad esempio dal cuscino di fiori di maglia che ho pubblicato nel blog.
l’autrice è mamma di un bambino gravemente autistico e dice che la maglia le ha salvato la vita.
Contare le maglie è come fare yoga, la mente è concentrata su qualcosa di creativo e alle volte si ha proprio bisogno di staccare” i fili”, e il creare da quell’anonimo gomitolo una piccola opera d’arte per il proprio bambino o nipotino, o per farne oggetto di un piccolo regalo, un pensiero affettuoso, è gratificante e ci aiuta a stare meglio .
E quindi, se il mio lavoro può fornire anche un piccolissimo aiuto in questo senso,mi sento già ripagata.”
quello che segue è ripreso dal web:
“Antichi valori
Dedicarsi a passatempi manuali permette di prendere le distanze da paure e inquietudini del mondo moderno, tornando ad una dimensione di valori e certezze forti. Si pensa a questo hobby come tipicamente femminile, ma negli ultimi tempi si sta diffondendo anche tra gli uomini che hanno una maggiore necessità di smaltire tensioni e preoccupazioni,… e anche di allargare il loro giro di conoscenze femminili.
Un potente anti stress
A livello psicologico sono davvero tanti i benefici che si possono trarre dal dedicarsi a un passatempo manuale come l’uncinetto o la maglia. La mente si libera, la fantasia vola e si impara ad attendere. Il tricotage ha il potere di rilassare anche grazie al movimento e alla necessità di dover seguire un ritmo, quasi automatico, che è come recitare un mantra o pregare. Questa ritmicità crea un rilassamento sul fisico con diminuzione del battito cardiaco, della pressione e della tensione muscolare e conseguentemente lo stress. Si tratta di un’attività che consente di staccare la spina dalla frenesia quotidiana e ritagliarsi uno spazio per allontanare pensieri e problemi.
A livello neurologico il gesto continuo e ripetuto abbassa il livello di cortisolo e di alte sostanze che normalmente causano lo stress. Insomma lavorare a maglia è un passatempo benefico come lo yoga: fa bene alla mente ma anche all’apparato cardiovascolare. In più dedicandosi a questo hobby ci si estranea dalla realtà, e si superano i piccoli contrattempi di ogni giorno, non pensando per un po’ alle preoccupazioni.
Il knitting, infine, tiene ancorata la mente nel qui e ora. Creare dal nulla dà una soddisfazione impagabile e migliora l’autostima: raggiungendo l’obiettivo prefissato e portare a termine un lavoro aumenta la considerazione di sé.
Terapia di gruppo
Al parco, sul treno, in una sala d’aspetto: per chi è appassionato del tricotage ogni posto è buono per sferruzzare. Negli ultimi tempi, soprattutto all’estero, ma anche nelle grandi città italiane stanno spuntando i knit-cafè, luoghi dove ci si ritrova per lavorare a maglia in compagnia,magari poi prendendo un caffè assieme. In questo modo si crea una sorta di terapia di gruppo perché si socializza, si fanno nuove conoscenze, si vince la timidezza, favorendo il dialogo e la complicità, lasciandosi andare a chiacchiere e confidenze.”
http://www.amando.it/societa/mondo/lavorare-a-maglia-potente-antistress.htmlhttp://www.amando.it/societa/mondo/lavorare-a-maglia-potente-antistress.html
L’ultima moda: i club del lavoro a maglia
Nati negli USA, sono spuntati come funghi anche in Italia i knit-café, bar e club dove ci si trova per sferruzzare in compagnia di altri patiti del gomitolo. Proprio come fanno le protagoniste del romanzo Le amiche del venderdì sera, fi Kate Jacobs, che ha scalato le clssifiche americane e che diventerà un film prodotto da Julia Roberts.
«Il lavoro a maglia funziona anche come terapia di gruppo» conferma lo psicologo Leonardo Milani. «E’ perfetto per socializzare, vincere la timidezza, favorire il dialogo e la complicità.
Un’ora al giorno per staccare la spina
Come mai si ripesca il lavoro delle nonne ? Perché è stato appurato che la maglia combatte lo stress. Una sorta di yoga casareccio, che al posto dei mantra utilizza i punti monotoni della lana. Creare sciarpe e giacche allenta la tensione, aiuta a combattere l’irascibilità e a socializzare.
Dedicare un’ora al giorno a questo passatempo, meglio la sera, permettere di staccare la spina dalla frenesia della giornata, è un momento di pausa dall’iperattività cui il cervello è sottoposto al lavoro o in famiglia.
Quando ci si concentra su un’azione meccanica e ripetitiva, che pretende ordine e precisione, la mente è costretta a seguire il movimento delle mani.
Così si attiva la zona prefrontale della corteccia cerebrale, quella adibita ai pensieri superiori: ci si astrae dalle preoccupazioni, focalizzandosi sull’attività che si sta compiendo.
In più, attraverso un elettroencefalogramma si osserva che, mentre la testa è impegnata in lavori automatici come maglia e uncinetto, vengono emesse onde bioelettriche di tipo alfa, cioè a basso voltaggio e segno di un’attività cerebrale rallentata.
Insomma: star dietro al manufatto in lana è come dedicarsi a una meditazione o a una preghiera.
Il gomitolo si srotola e il cortisolo si abbassa
A livello neurologico, poi sfilare quel gomitolo abbassa i livelli di cortisolo, l’ormone prodotto in risposta a una condizione di stress. Ecco perché il gladiatore Crowe ha ammesso di ricorrere ai ferri quando la sua proverbiale iracondia prende il sopravvento.
In effetti, la maglia ha il vantaggio che può essere fatta ovunque: sull’autobus come davanti alla tv, in ufficio o mentre si aspetta il proprio turno in banca. E quando il lavoro è finito c’è la gratificazione per un’azione compiuta con le proprie mani.
Articolo tratto da
https://www.facebook.com/IstitutoDiPsicologiaDelBenesserehttps://www.facebook.com/IstitutoDiPsicologiaDelBenessere
Verissimo, lavorare a maglia è di nuovo di moda però noto che in Italia si potrebbe fare di più. Nei paesi del nord questo hobby si può dire che non è nulla di nuovo, è sempre stato un hobby molot apprezzato e praticato, non in Italia. Da noi si compra piuttosto, perchè? Ho imparato per caso a lavorae a maglia durante una vacanza in un hotel valdaora e da allora non ho più smesso, anche perchè mi aiuta tantissimo a non mangiarmi le unghie tenendo le mani occupate. Ho ottenuto grandi risultati e quindi ne devo tanto a questo hobby che mi permette di creare, così senza tanta fatica, dei bei capolavori e faccio contenta tutta la mia famiglia e il mio cerchio di amici.
In italia si parla molto..ma poi quando mi trovo a lavorare a maglia in pubblico(stazione aeroporti ecc) sono sempre dal sola..viene sempre considerato un hobby da signore anziane..a parte certi gruppi di fanatiche per o più dell’hinterland milanese..che ne fanno una ragione di vita–
Buongiorno Marica! Bellissime le cose che trovi e che metti generosamente in comune con tutti. Sono una tua grandissima ammiratrice e grazie a te mi sono accostata alla maglia top down che non conoscevo per nulla e che ora mi appassiona tantissimo. Sono da due anni nonna felice di tre gemellini, una bambina e due maschietti e quindi sferruzzo per loro con grande gioia e soddisfazione e a tutto spiano! Ho chiesto da qualche giorno di entrare nel tuo gruppo Facebook “La maglia di Marica top down” e sono in attesa di risposta. Mentre aspetto ti ringrazio tanto e ti faccio i complimenti per tutte le cose meravigliose che ho potuto vedere e imparare grazie a te. Un abbraccio, Primarosa Rozzarin
grazie e..auguri..
Cerco persone che abbiano voglia di lavorare a maglia a Torino, non sono una principiante ma voglio perfezionare la tecnica. grazie a tutti
bell’articolo!! E’ verissimo!! io lo faccio proprio perchè mi scarica dallo stress e ritrovo un po di tranquillità..Faccio a meno di strizzacervelli e faccio qualcosa di concreto
Condivido in pieno!
Complimenti per davvero!!! quante belle cose hai scritto questa mattina.Non sono una femminista “sfiacatata” anche se penso (avendo il marito)che la donna qualche marcia in più ce l’ha…..Vedere l’uomo sferruzzare un pochino mi stona …….Comunque ben venga!! Io a mio marito(matematico) generalmente faccio fare i conti o le proporzioni per le maglie oppure in qualche descrizione particolare lo faccio leggere ed io eseguo (quando gli gira) faccio tenere con le braccia la matassa e io faccio il gomitolo…………. Mi piace tanto quanto descrivi i tuoi aquisti ai mercatini d’antiquariato …..Ho un corredo ricamato a mano particolare,ho fatto ricamare a mano bellissime cifre e fiori su quello di mia figlia…..Nonostante ,anche io aquisto molto queste cose ai mercatini.Cose stupende.A volte se penso che,come tutti i nati,dovrò morire mi dispiace di lasciare queste cose. Mia figlia una volta mentre lo dicevo mi rispose – non ti preoccupare mamma,male che và lo metteremo tutto sui mercatini e qualche …..appassionata come te lo aquisterà e lo farà rivivere come fai tu Grazie e buona domenica
I ricami più della lana ,devo ammettere,rimangono nel tempo,ed è anche un modo per chi li ha fatti ,di continare ad esserci, come qualunque atto creativo del resto, i capi che faccio per i miei nipoti, spero rimangano almeno nel ricordo di affetto di cui li ho intessuti.
Non so se gli uomini hanno a disposizione degli hobbies antistress simili a questi, forse il bricolage o costruire modellini, ma non possono certo esercitarli nell’attesa di un aereo o di un treno, io tiro fuori il mio lavoro a maglia ..ovunque, e ho apposta i ferri in bamboo per usarli anche in aereo!
Bravo pour les images d’hommes tricotant !
Gli stessi effetti terapeutici si hanno anche con il punto croce 🙂 prima che Santa Maria della Pietà (ospedale per malati mentali) chiudesse si tenevano corsi di punto croce ai malati 🙂 Alterno la maglia al ricamo, ma sono principalmente crocettodipendente e la mia buona dose di crocette al giorno non me la toglie nessuno ahahahahahah confermo che è un toccasana!!